Dedicare una giornata allo studio a “Un sintomo complesso: il dolore genitale”  nasce dalla consapevolezza che le patologie a carico del basso tratto genitale non siano sempre facilmente diagnosticabili perché le lesioni osservabili possono avere aspetti sfumati o sovrapponibili a quelli di altre patologie.

L’interesse ad organizzare una giornata di studio su questo argomento nasce dalla considerazione che se una malattia è sottovalutata o non diagnosticata ciò costituisce un danno al paziente perché il disagio, il dolore e l’incapacità fisica vengono prolungate.  Nella convinzione che ogni medico voglia curare al meglio il paziente che gli è affidato, è stata creata l’opportunità per un aggiornamento tra esperti di discipline diverse. Infatti, proprio un sintomo complesso come il dolore genitale può richiedere esami strumentali o il concorso di più specialisti per essere diagnosticato con certezza e rapidità. Il susseguirsi dei lavori della giornata  è stato strutturato in maniera molto agile e ciò ha consentito che gli esperti invitati potessero presentare i loro interventi e discuterne i dettagli in un’atmosfera di grande collaborazione.

La prima parte del convegno è stata dedicata allo studio delle lesioni a localizzazione urogenitale di interesse ginecologico, dermatologico, a trasmissione sessuale, urologico,  e delle lesioni di interesse  ginecologico il cui quadro clinico impegna i visceri pelvici.

La seconda parte è stata dedicata a patologie altamente invalidanti ancora ad etiologia sconosciuta: il dolore pelvico, la fibromialgia, la vulvovestibolite. Nei corso dei vari interventi sono stati presentati dati preliminari di osservazioni fatte dai relatori nel corso di studi originali e questo ha stimolato  proficue discussioni inter pares.

Va sottolineato che accanto ai lavori tipicamente incentrati sul sintomo fisico sono state presentate realzioni che si occupavano di inquadrare la malattia nel contesto socio-relazionale dell’individuo colpito; oppure per il suo impatto sull’equilibrio di coppia; o, infine, per l’interazione tra utenti e servizi sanitari.

Riteniamo che l’incontro di Massa  abbia dimostrato una grande ricchezza dei contenuti espositivi ma che il suo più grande valore stia nel fatto che ha offerto l’occasione di un confronto aperto, dialettico ed agile a colleghi che partendo da specialità diverse sono arrivati a condividere lo stesso interesse di studio.

Grazie all’impegno dei relatori intervenuti, l’incontro di Massa onora degnamente l’inizio dell’anno dedicato al dolore muscoloscheletrico (Global Year Against Musculoskeletal Pain – Oct 2009/Oct 2010).

 

Nell’ambito del convegno è stata presentata la relazione: “Un approccio interdisciplinare per lo studio della Sindrome Vulvo Vestibolare” da parte della dr.ssa Anna Ghizzani, responsabile Servizio di Sessuologia Medica  – Clinica Ostetrica – Univ. di Siena.

Quando un sintomo doloroso genitale non è riconducibile ad una patologia organica la diagnosi può essere difficile perché mancano alterazioni visibili. La diagnosi si basa quindi sulla raccolta dei dati anamnestici che evidenzia  le specificità dei quadri clinici di malattie poco note, rare ma responsabili di sindromi di dolore cronico.

L’attività specifica del nostro gruppo -che comprende specialisti del dolore, anatomopatologi, genetista e ginecologo- è di studiare la Sindrome Vulvo Vestibolare, malattia ad etiologia ignota che ha tendenza ad associarsi ad altre sindromi di dolore cronico.

Con il nostro progetto  si indaga sulla eventuale associazione della sindrome vulvo vestibolare in un gruppo di pazienti fibromialgiche già in studio presso il Laboratorio di Psicofisica del Dolore.  Il laboratorio, diretto dal prof. Giancarlo Carli, afferisce all’Istituto di Fisiologia Umana dell’univ. di Siena, studia le sindromi di dolore cronico ed è particolarmente specializzato nella valutazione funzionale del sistema nocicettivo e nella diagnosi differenziale della Fibromialgia.

Le pazienti selezionate vengono richiamate e sono valutate sia per la presenza di sintomatologia vestibolare specifica che per la qualità della loro vita sessuale e relazionale; tutto ciò viene fatto con la finalità di portare alla luce eventuali disagi  del comportamento sessuale che possano derivare dalla presenza da una sindrome vulvo vestibolare non ancora diagnosticata.

Come osservazione preliminare, possiamo confermare che tutte le pazienti fibromialgiche riferiscono una sintomatologia dolorosa importante attribuibile alla loro malattia principale, ma che anche la vita sessuale è problematica per la maggior parte di loro.  In alcuni casi il disagio sessuale può essere attribuito più o meno direttamente alla Fibromialgia: iperestesie cutanee per le quali anche una carezza provoca dolore; difficoltà di postura e di movimento che interferiscono con la fisicità del sesso; alterazioni dell’umore reattive allo stato di dolore cronico: ritrovare questo corteo di sintomi spiega facilmente perché le donne non abbiano una sessualità felice.

Oltre a quanto appena riportato, però, in un certo numero di pazienti fibromialgiche abbiamo ritrovato anche sintomi diretti di coinvolgimento del vestibolo vulvare: iperalgesia o addirittura allodinia che, insieme ad una accurata raccolta di dati anamnestici sul comportamento sessuale, ci hanno permesso di fare diagnosi di Sindrome Vulvo Vestibolare.

Riteniamo che rivelare una patologia a se’ stante sia utile per le pazienti che finora hanno sopportato il disagio sessuale come parte di un quadro unico provocato dalla fibromialgia, ma che ora possono affrontarlo come entità separata con la speranza di migliorare almeno questo aspetto della loro vita.

I lavori saranno pubblicati sulla Rivista di Sessuologia, organo ufficiale del Centro Italiano di Sessuologia (info: [email protected])

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