[2010] [AB0765] CORRELATION BETWEEN FIBROMYALGIA FEATURES AND MEASURES OF TRUNK OBESITY
C. Bruno, F. Ursini, M. Calabria, F. Spagnolo, S. Naty, R.D. Grembiale University of Catanzaro UMG, Catanzaro, Italy
Correlazione tra caratteristiche della fibromialgia ed espressione di obesità del tronco

Obiettivi: Obiettivo dello studio era quello di valutare la relazione tra obesità, in particolare quella del tronco, e le caratteristiche della Sindrome fibromialgica (FMS). Metodi: sono state reclutate 93 pazienti di sesso femminile con FMS afferenti alla nostra clinica reumatologica. Sono stati valutati (per ogni  paziente) l’indice di massa corporea (BMI), la circonferenza alla vita e la percentuale di massa grassa (analisi di impedenza bioelettrica). Ad ogni paziente sono stati somministrati il questionario Health Assessment Questionnaire (HAQ), il questionario di Zung per l’autovalutazione di ansia – depressione. È stato utilizzato l’indice di Spearman per determinare la correlazione tra i dati della fibromialgia e dell’obesità.

Risultati: BMI, la circonferenza alla vita e la percentuale di massa grassa sono risultati significativamente più elevati (nelle pazienti con FMS) rispetto ai controlli sani di egual sesso e di pari età (rispettivamente p <0.01, p <0.05 ep <0,05). Una correlazione significativa è stata evidenziata tra BMI, circonferenza alla vita e percentuale di massa grassa ed l’età (p <0,05). HAQ, la positività del numero dei tender points erano significativamente correlati con BMI (p <0,01 e p <0,05 rispettivamente). Le scale di autovalutazione di Zung per la depressione ed ansia (ZDS e ZAS) evidenziavano una correlazione positiva con BMI (p <0,05).

Conclusione: i valori registrati in HAQ, nelle scale ZDS*1 e ZAS *2 sono significativamente correlati con l’obesità. Anche i numeri di tender points correlati sono signifativamente correlati all’obesità.

Citazione: Ann Rheum Dis 2010; 69 (Suppl3): 706

COMMENTO
I risultati dello studio di Bruno e Coll. a diverse interpretazioni. L’obesità potrebbe essere causata da un minor livello di attività fisica che, come noto, è una delle caratteristiche dei pazienti fibromialgici; in altri termini, per poter escludere che l’obesità sia una conseguenza piuttosto che una delle cause della fibromialgia (FM) sarebbe necessario correlare temporalmente l’insorgenza dei sintomi della FM con i valori di BMI. Il rapporto tra obesità e depressione potrebbe essere interpretato come la conseguenza di un disturbo del comportamento alimentare, frequentemente riscontrabile nei soggetti depressi. Il riscontro di un maggior numero di tender points (TPs) nelle pazienti obese, invece, non significa necessariamente l’espressione di una maggior gravità di malattia: alcuni TPs, infatti, sono localizzati in sedi in cui la soglia nocicettiva è ridotta nei pazienti obesi, anche non fibromialgici, probabilmente a causa di fenomeni cellulitici localizzati. Indipendentemente dalle possibili diverse interpretazioni che si possono dare ai risultati riportati dagli Autori, tuttavia, emerge l’importanza di inserire nel programma di trattamento di questi pazienti un’attività fisica adattata, metodica che si è dimostrata efficace per ridurre il BMI, per migliorare i sintomi depressivi ed altre manifestazioni peculiari della FM.

*1ZDS (Zung depression scale) ZDS si può tradurre con items per la depressione della scala Zung
*2ZAS (Zung anxiety scale) e ZAS si può tradurre con items per l’ansia della scala Zung
[2010] [FRI0414] IMPACT OF SMOKING ON THE CLINICAL SEVERITY AND FUNCTIONAL STATUS OF PATIENTS WITH FIBROMYALGIA SYNDROME IN KOREAN POPULATION
S.-Y. Kim1, S.-S. Lee2, S.-H. Kim3, S.-S. Nah4, J.H. Lee5, Y.-A. Lee6, S.-J. Hong6, H.-S. Kim7, H.-S. Lee8, H.A. Kim9, C.-L. Joung10, J.-Y. Choe1 1Department of Internal Medicine, Arthritis and Autoimmunity Research Center, Catholic University of Daegu School of Medicine, Daegu; 2Chonnam National University Medical School, Gwangju; 3Inje University Haeundae Paik Hospital, Busan; 4Department of Internal Medicine, Soonchunhyang University, College of Medicine, Cheonan; 5Maryknoll Medical Center, Busan; 6School of Medicine, Kyung Hee University, Seoul; 7College of Medicine, Chosun University, Gwangju; 8Hospital for Rheumatic Diseases, Hanyang University College of Medicine, Seoul; 9Ajou University Hospital, Ajou University School of Medicine, Suwon; 10Konyang University Medical School, Daejeon, Korea, Republic Of

 

Importanza del fumo sulla gravità clinica e sullo stato funzionale della sindrome fibromialgica in una popolazione coreana

Obiettivi: alcuni dati epidemiologici hanno dimostrato che il fumo potrebbe avere un ruolo significativo nell’espressione delle manifestazioni clinichedella sindrome fibromialgica (e/) o della gravità del dolore cronico diffuso. Abbiamo studiato l’effetto del fumo sulle caratteristiche cliniche e sulla gravità della sindrome fibromialgica (FMS) in una popolazione di pazienti coreani.

Metodi: sono stati arruolati 336 pazienti consecutivi affetti da FMS che afferivano presso 10 centri che partecipavano ad un’indagine nazionale sulla FMS. Venivano distinti due gruppi, uno di fumatori ed uno di non fumatori. Gli strumenti di valutazione della FMS comprendevano vari questionari che misuravano: l’impatto della FMS con la fibromyalgia impact questionnaire (FIQ), la fatica con la brief fatigue inventory(BFI), la depressione con la brief depression inventory (BDI), la qualità di vita con la short form 36 (SF-36), l’ansia con la State-Trate Anxiety Inventory (STAI -1 e STAI-2), l’eventuale disagio socio-familiare. Per le analisi statistiche sono stati utilizzati i test c2, il test di Fisher, il test U di Mann-Whitney e l’analisi di regressione logistica multivariata.

Risultati: 33 pazienti su 336 (9,2%) erano fumatori abituali. Pur essendo state rilevate differenze significative tra i due gruppi esaminati circa il numero di tender points (p = 0.037), la fatica (p = 0,026), la qualità di vita (p = 0,028), la depressione (p = 0,014), gli episodi sincopali (p = 0,024) e la distrofia simpatica riflessa (p = 0,003), tutti questi parametri, dopo aggiustamento dei dati statistici per sesso e per consumo di alcool all’atto dell’indagine, non risultavano più associati allo stato di fumatore. L’importanza del numero (p = 0,009) e del punteggio dei tender points (p = 0,032), la depressione (p = 0,038), l’astenia generalizzata (p = 0,047), la distrofia simpatica riflessa (p = 0,011) sono stati riscontrati in modo randomizzato tra non fumatori (n = 55) e fumatori (n = 33). Solo il numero dei tender points positivi (p = 0,027) correlava con lo stato di fumatore.

L’analisi randomizzata tra i non fumatori (n = 45) e fumatori (n = 22) nelle pazienti FMS ha mostrato che la depressione correla positivamente con l’abitudine al fumo (p = 0,023).

Conclusioni: questo studio ha rivelato che l’abitudine al fumo potrebbe in parte condizionare la gravità clinica e lo stato funzionale dei pazienti affetti da FMS. L’impatto del fumo sulla caratteristiche cliniche nella FMS merita un approfondimento su un campione di popolazione più ampio.

Conflitto d’interesse: nessuno dichiarato. Ann Rheum Dis 2010; 69 (Suppl3): 450

COMMENTO
Nello studio di Kim e Coll sono state riscontrate differenze significative, in numerosi indici di severità di malattia, nei pazienti fibromialgici fumatori abituali rispetto ai non fumatori. Da tempo è noto che il tabagismo, oltre a determinare numerose patologie a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare, correla positivamente con il dolore cronico muscolo scheletrico diffuso. I motivi di questa correlazione non sono del tutto noti anche se, il più probabile, è da ricercare in una riduzione dell’ossigenazione tissutale. Ciò che emerge dallo studio, tuttavia, è che solo il numero dei Tender Points e la depressione correlavano ancora in modo significativo con lo stato di fumatore abituale dopo correzione dei dati statistici per sesso ed assunzione di alcool. E’ quindi probabile che il tabagismo si associ a diverse dipendenze, tra cui l’abuso di alcoolici, e che entrambe queste abitudini correlino con la depressione.