Questi ultimi due anni sono stati caratterizzati dalla comparsa di una malattia virale che non ha eguali nella storia dell’umanità. Oltre al problema della malattia in sé, esiste la cosiddetta sindrome post-Covid che è, in base alla definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, “l’insieme delle conseguenze a lungo termine sulla salute causate dall’infezione da Coronavirus”.
Infatti, dopo aver contratto anche in forma leggera il virus e dopo la negativizzazione, il 35% dei pazienti ha riscontrato di non essere tornato al precedente stato di salute (dati Centers for Disease Control and Prevention, Usa). Nei pazienti post-Covid, e specialmente in quelli long-Covid (in cui sintomi e disfunzioni persistono a più di due mesi dall’infezione iniziale), le problematiche vanno individuate, trattate e monitorate, al fine di scongiurare l’insorgenza di patologie, cronicizzazioni o peggioramenti di comorbidità. Ad esempio abbiamo segnalato, in un lavoro pubblicato insieme al gruppo dell’Università Politecnica delle Marche, che il paziente fibromiagico tende a peggiorare di circa il 40% i propri sintomi fibromialgici se affetto da COVID.
I sintomi più diffusi della sindrome post-COVID sono: stanchezza; tosse, congestione o fiato corto; perdita di gusto o odorato; mal di testa; dolori muscolari; diarrea; nausea; dolore toracico o addominale; stato confusionale.
Tra i fattori di rischio per la persistenza delle manifestazioni è importante sottolineare: ipertensione, obesità, disturbi mentali.
Prevenire l’infezione da Covid-19 è senz’altro la maniera migliore per evitare la Sindrome post-COVID che può conseguirne. Per farlo è importante adottare tutte le precauzioni necessarie (lavare le mani, mantenere il distanziamento sociale, rispettare le regole sull’isolamento, utilizzare la mascherina, disinfettare le superfici, ecc…) e vaccinarsi il prima possibile, senza paura o dubbi.
L’infezione da COVID ha, in molti casi, modificato le abitudini dei pazienti: ad esempio ha ridotto la frequenza delle palestre che, come le piscine, per molti mesi sono state chiuse; anche i rapporti sociali e lavorativi si sono ridotti all’essenziale. Il cosiddetto smart-working, molto utile per preservare la propria attività lavorativa, riduce grandemente i rapporti diretti con le persone dai quali il paziente fibromialgico trae indubbio giovamento. La scuola e l’università, nella loro trasformazione in aule virtuali, hanno tolto molto del valore di scambio e di crescita sociale, e si è così assistito ad un rapido incremento di comportamenti maladattativi anche nelle generazioni più giovani.
Oltre ai sintomi più frequenti della sindrome post-COVID, in alcuni pazienti, specialmente quelli che hanno manifestato le forme più severe di COVID, si osservano effetti dannosi multiorgano o condizioni cliniche autoimmuni, con sintomi che possono persistere per settimane o per mesi dopo l’infezione. Gli effetti dannosi multiorgano possono interessare molti distretti del nostro corpo come il cuore, i polmoni, i reni, la cute e le funzioni cerebrali. Malattie autoimmuni possono manifestarsi in seguito ad infezione da COVID.
Le forme severe di COVID possono causare effetti sulla salute con stanchezza severa e facile esauribilità nel periodo di convalescenza. Quando si torna a casa dopo un periodo di ricovero ospedaliero molti effetti clinici possono residuare come algie diffuse, stanchezza severa, disturbi neurocognitivi e disturbo post traumatico da stress. Un quadro di sindrome fibromialgica può pertanto comparire dopo un’esperienza traumatica come l’infezione da COVID.
In conclusione, l’infezione da COVID mette a dura prova un paziente già affetto da sindrome fibromialgica. Inoltre emerge chiaramente che una buona parte dei pazienti con sindrome post-COVID sviluppano un quadro concomitante di fibromialgia e/o di sindrome da stanchezza cronica.
E’ importante che, in assenza di una terapia farmacologica adeguata, tutti i pazienti affetti da sindrome fibromiagica si vaccinino, impedendo alla malattia di esprimersi in forme severe e di difficile controllo clinico.
Piercarlo Sarzi Puttini
Presidente AISF ODV