In vista della Giornata Mondiale della Fibromialgia (12 maggio), AISF ODV – Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica intende richiamare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sulla difficile condizione delle persone affette da fibromialgia, una sindrome cronica invalidante che colpisce milioni di cittadini in Italia, ma che ancora non gode di un pieno riconoscimento normativo e sanitario.
AISF ODV da oltre sei mesi ha avviato un’azione di protesta pacifica ma incisiva: uno sciopero della fame a staffetta che coinvolge ogni giorno una persona diversa sul territorio nazionale. Ogni partecipante si impegna a digiuno per 24 ore, contribuendo così a costruire una lunga e ininterrotta catena di solidarietà, visibilità e denuncia. Il digiuno come gesto d’impegno civile, da parte di chi vive quotidianamente il peso della malattia e chiede con forza dignità, ascolto e riconoscimento.
L’obiettivo della mobilitazione è chiaro e urgente: ottenere il riconoscimento ufficiale della fibromialgia come malattia invalidante e garantire il suo inserimento nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), affinché i pazienti possano accedere a diagnosi precoci, cure appropriate e tutele adeguate, superando l’attuale condizione di invisibilità.
La fibromialgia è una patologia complessa, caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico diffuso, affaticamento cronico, disturbi del sonno, problemi cognitivi e una forte compromissione della qualità della vita. Nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’abbia riconosciuta già nel 1992, in Italia manca ancora una legge nazionale che ne certifichi il pieno status e la includa tra le malattie riconosciute dallo Stato.
La protesta portata avanti da AISF è una richiesta di risposte concrete e tempestive da parte delle istituzioni, attraverso l’approvazione del decreto di aggiornamento dei LEA che già prevede l’inserimento della fibromialgia. Tale aggiornamento, atteso da tempo, rappresenterebbe un passo fondamentale verso la giustizia sociale e sanitaria per una vasta fascia di popolazione.
Invitiamo la cittadinanza, le associazioni e i media a seguire i nostri canali, per conoscere da vicino le storie delle persone coinvolte e contribuire a una maggiore consapevolezza pubblica. Chiunque voglia sostenere questa battaglia può farlo anche attraverso i social, condividendo messaggi e testimonianze con l’hashtag #riprendiamoilpercorso, già utilizzato da migliaia di pazienti e sostenitori per far sentire la propria voce.
È tempo di agire. È tempo di ascoltare chi non può più aspettare.