Labirinti teatrali

“Labirinti teatrali”: è questo il titolo scelto per il corso che tutt’ora vive presso la Sezione AISF Insubria, a ridosso di quello che nei prossimi mesi diventerà uno spettacolo teatrale. L’idea di un labirinto come figura di riferimento nasce durante un viaggio in visita al Labirinto di Fontanellato (provincia di Parma), un luogo suggestivo e stimolante che mi ha suggerito lo smarrimento come punto di partenza e non di arrivo. La proposta è stata accolta da pazienti e soci AISF e trasformata metaforicamente in un percorso atto ad affrontare paure, ansie, dubbi e preoccupazioni da palcoscenico, come se fossero il bene più prezioso dal quale partire e non l’acerrimo nemico, nascosto dietro un velo di solitudine.

Ti sei perso, comincia l’avventura
Perdersi è diventato così il punto di riferimento dal quale trovare gli spunti necessari per riuscire a ritrovare la strada della luce, quella che porta ad una buona riuscita della performance teatrale e aggiusta determinate situazioni della vita quotidiana. Perdersi teatralmente potrebbe banalmente significare ritrovarsi su un palco da soli, senza sapere più cosa dire: trasformare la difficoltà in risorsa è stato fin da subito un obiettivo che con il tempo abbiamo imparato a raggiungere.

Benefici
Imparare a cavarsela nelle maggiori situazioni di difficoltà è qualcosa che non ha prezzo, è una delle più grandi conquiste dell’essere umano. L’auto efficacia e l’auto realizzazione portano insieme il beneficio di rendere le persone felici, o quanto meno forniscono gli strumenti giusti per trovare quella felicità tanto inseguita, molto spesso nel modo sbagliato. Comunicazione, condivisione, fiducia in sé stessi e nel prossimo, autostima, entusiasmo e tecniche teatrali, questi gli elementi capaci di stimolare beneficio e voglia di proseguire, in un percorso che ha messo la risata ed il buon umore al primo posto.

Scuola di vita, non di teatro
In questi anni ho imparato che in AISF la scuola di vita conta più di quella teatrale, si lavora in modo scenico non per il palco, bensì per imparare dal teatro a vivere meglio. Ho imparato che ridere predispone l’ambiente e le persone a voler rimanere per stare bene, lontano dai problemi. Ho imparato che la fiducia determina il successo (o il fallimento) e che occorre fidarsi di chi ha voglia di seguirci. Ho imparato che l’ascolto è fondamentale, così come un giudizio equilibrato nei confronti del prossimo.
Poi viene il teatro. Affrontiamo il tema della fibromialgia nelle sue varie sfumature, superando pregiudizi, regole e limiti per ritrovare la nostra libertà espressiva.
Il teatro è il nostro “spazio sicuro”, dove incontrare e incontrarsi per entrare nel nostro corpo.

Lo spettacolo
Ad ottobre 2024 AISF Insubria andrà in scena con un nuovo spettacolo, un testo originale di cui sono autore che rappresenta una nuova e bella sfida. C’è entusiasmo, c’è voglia di fare e desiderio di trovarsi per provare insieme, dimenticandoci del pubblico e del palco per portare in scena in primis ciò che contraddistingue un ambiente sereno da un ambiente teso e preoccupato: la risata.

Alessandro Sgamma
Attore, regista ed insegnante teatrale


Petali

“Forse un fiore non significa niente. Ma non c’è nulla più lontano dai dubbi di un fiore. I suoi petali conoscono l’invisibile e il suo profumo ha imparato a oltrepassare ogni confine” (Fabrizio Caramagna).

Ogni fine ha un nuovo inizio e vorrei fermarmi, girarmi e scrivere di quel che è stato, la nostra fine è stato lo spettacolo “Petali” portato a teatro con la Sezione AISF Insubria nel mese di giugno: un successo! Iniziamo da qui. Il grande dispensatore di destini è l’intrigo ordito dal Caso. Il ticchettio di una macchina da scrivere trasforma gli insopportabili incontri della quotidianità in delitti senza castigo. Sulle note di un violoncello, i reconditi pensieri di una scrittrice danno vita a sette esilaranti e improbabili assassini. Noi siamo uno strumento creativo ed espressivo, il nostro veicolo è il teatro. “Petali” è la pagina da cui ripartire dopo un percorso sul linguaggio dell’attore e sulla creazione del personaggio.
Durante gli incontri i pazienti, attraverso il Teatro e la Terapia del Sorriso, hanno sperimentato “l’essere attore” tra giochi e improvvisazioni, affrontando situazioni e tematiche reali in chiave teatrale, liberi dalle costrizioni e regole che la quotidianità ci impone. Per realizzare lo spettacolo “Petali” abbiamo sviluppato una serie di monologhi, traendo spunto dal libro “Delitti Esemplari” di Max Aub per quanto concerne la scrittura creativa e la costruzione del personaggio.
Abbiamo affrontato il tema della fibromialgia in un modo fuori dal comune, superando pregiudizi, regole e limiti, oltre i confini della malattia per ritrovare la nostra libertà espressiva. Abbiamo vinto! Il teatro è stato il nostro “spazio sicuro”, nel quale siamo usciti dal mondo della ragione per entrare nel nostro corpo, nella nostra anima.

Vorrei chiudere questa breve descrizione del lavoro svolto con AISF Insubria con una frase di Jacques Copeau, parole che sembrano scritte per il nostro gruppo di “Petali” e per chi ha avuto, ha e avrà il coraggio e la libertà di vivere nel “qui e ora”:
Non nasce teatro laddove la vita è piena, dove si è soddisfatti. Il teatro nasce dove ci sono delle ferite, dove ci sono dei vuoti. È lì che qualcuno ha bisogno di stare ad ascoltare qualcosa che qualcun altro ha da dire a lui”.

Andrea Tandin
Attore, clown e formatore teatrale