L’ossigeno-terapia iperbarica è una pratica che consiste nel far sì che il paziente respiri ossigeno puro a una pressione maggiore di quella atmosferica. In tal modo una maggior quantità di ossigeno è trasportato nel nostro sangue e viene spinto dai capillari alle cellule con più facilità grazie alla maggior pressione alla quale viene a trovarsi nei capillari stessi. A tal fine il paziente viene introdotto in un contenitore a pressione, detto appunto camera iperbarica, in cui si aumenta la pressione al suo interno facendo respirare il paziente in un circuito nel quale viene erogato ossigeno puro. Camere iperbariche che espongono i pazienti a ossigeno puro a pressioni superiori a quella atmosferica sono comunemente utilizzate per il trattamento di pazienti affetti da embolia, ustioni, avvelenamento da monossido di carbonio e malattia da decompressione.
È stato dimostrato che l’ossigeno-terapia iperbarica induce una neuroplasticità che porta alla riparazione delle funzioni cerebrali e ad una migliore qualità della vita in pazienti post-ictus o con lievi lesioni cerebrali traumatiche.
Uno studio pubblicato nel 2015 sulla rivista PLOSone da un gruppo di ricercatori israeliani ha indagato gli effetti della ossigeno-terapia con camera iperbarica in 60 donne affette da Sindrome Fibromialgica (SF). Tale patologia è un disordine con un notevole impatto sulla qualità della vita che colpisce il 2-4% della popolazione con un rapporto femmine:maschi di 9:1.
La SF, esempio rappresentativo di disordine da sensibilizzazione centrale associato a un’alterata attività cerebrale, è caratterizzata da dolore cronico diffuso, allodinia, diffusa dolorabilità, disturbi del sonno e astenia. Purtroppo le terapie attualmente disponibili ci permettono di controllare solo parzialmente i disturbi di tale sindrome.
I ricercatori israeliani hanno condotto uno studio con lo scopo di indagare gli effetti della terapia con camera iperbarica sui sintomi e sull’attività cerebrale di pazienti affetti da SF.
È stato condotto uno studio prospettico secondo il disegno del trial clinico randomizzato crossover. I pazienti sono stati assegnati in maniera randomizzata al gruppo trattamento o al gruppo crossover (periodo di osservazione senza terapia seguito da periodo di trattamento).
I pazienti del primo gruppo (n 30) sono stati valutati all’inizio e alla fine delle sedute con camera iperbarica. I pazienti nel braccio crossover (n 30) sono stati invece valutati all’inizio dello studio, dopo un periodo di osservazione senza terapia e dopo terapia con camera iperbarica. La valutazione comprendeva esame obiettivo, conta del numero dei tender points e stima della soglia del dolore, valutazione della qualità della vita ed esame di Tomografia cerebrale ad emissione di fotone singolo (SPECT) per valutare l’attività cerebrale. Il protocollo di camera iperbarica comprendeva 40 sedute, 5 giorni a settimana, di 90 minuti ciascuna al 100% di ossigeno (2ATA). Hanno partecipato allo studio sessanta donne (21-67 anni) con diagnosi di SF da almeno due anni. I risultati hanno mostrato un significativo miglioramento dei sintomi in entrambi i gruppi, in particolare sulla qualità della vita. L’analisi delle immagini SPECT inoltre ha mostrato una normalizzazione delle alterazioni dell’attività cerebrale riscontrate prima della terapia, in particolare una riduzione dell’iperreattività soprattutto nelle regioni posteriori e un incremento dell’attività cerebrale nelle aree frontali. Nessun miglioramento è stato riscontrato dopo il periodo di osservazione.
Lo studio ha dimostrato come la camera iperbarica sia in grado di migliorare i sintomi e la qualità della vita dei pazienti affetti da SF. Inoltre, tale trattamento è in grado di indurre una neuroplasticità che potrebbe normalizzare l’alterata attività cerebrale nelle aree cerebrali del dolore caratteristiche della SF.
Uno dei limiti dello studio è quello di non fornire indicazioni sulla durata della terapia. Non sappiamo se a questi pazienti bastino due mesi di trattamento o sia necessario effettuare il trattamento a cicli con cadenza regolare.
Come sottolineato dagli stessi autori israeliani, sono necessari ulteriori studi su un campione più ampio di pazienti e a lungo termine per trovare una risposta alle domande ancora aperte circa l’efficacia di tale trattamento. Tuttavia i risultati sono di rilevante importanza in quanto, a differenza degli attuali trattamenti proposti per i pazienti con SF, l’ossigeno-terapia con camera iperbarica non è orientata al miglioramento solo sintomatico, ma punta alla risoluzione effettiva della causa.
Maria Chiara Gerardi
U.O.C. di Reumatologia, A.S.S.T. “Fatebenefratelli-Sacco”
Letture consigliate
1. Shah J. Hyperbaric oxygen therapy. J Am Col Certif Wound Spec. 2010;2:9-13.
2. Efrati S, Fishlev G, Bechor Y, et al. Hyperbaric oxygen induces late neuroplasticity in post stroke patients—randomized, prospective trial. PLoS One. 2013; 8(1): e53716.
3. Boussi-Gross R, Golan H, et al. Hyperbaric oxygen therapy can improve post concussion syndrome years after mild traumatic brain injury—randomized prospective trial. PLoS One. 2013; 8(11): e79995.;
4. Boussi-Gross R, Golan H, Volkov O, et al. Improvement of Memory Impairments in Poststroke Patients by Hyperbaric Oxygen Therapy. Neuropsychology. 2014.
5. Efrati S, Golan H, Bechor Y, et al. Hyperbaric oxygen therapy can diminish fibromyalgia syndrome–prospective clinical trial.PLoS One. 2015;10:e0127012.