Per la rubrica angolo della poesia, oggi vi presentiamo “Viola”
di Rosanna Lemma
Non ho mai scritto di te
e le mani sulla tastiera sembrano smarrirsi.
Chi sei perché arrivi e dimori.
Ha una voce tutto questo dolore.
Lo sento pulsare e bussa sulla pelle
quel bisogno di non morire.
Non ho mai indirizzato lo sguardo
e resto confusa senza direzione.
Un giorno, quel giorno, hai gridato
così forte da spettinarmi il cuore.
Ho voluto mostrarmi per sentire
gli occhi del mondo su di me.
Non ho mai ascoltato con cura
la tua rauca voce che ingoia parole.
E brucia la pelle e serra la bocca e piange
e si ferma la giostra.
Mi vedi
sono qui nella mia prigione di carne ed ossa.
Non ho mai creduto al destino
Mi appare roccioso e spinoso, sempre.
Sofferente la mia vita
non mi dà scelta.
Eppure ci sarà un modo
per sconfiggere i chiodi della croce.
Vibra l’aurora del giorno a venire.
Non appare invano.
Sto iniziando a danzare
mentre accetto l’inevitabile.
La speranza veste i piedi nudi
e mai più avrò il silenzio tra le labbra.
Non ho mai e sempre.
Si sgancia il piombo che m’annega.
Il dolore parla del passo fatato
senza indugio alcuno.
Il sé risvegliato ha comprato una veste rosa.
Porta il corpo in un mondo dove esistono mille colori.
Tra le mani un girotondo
Donne come me, mi sorridono accogliendomi.
Viola il nastro che ci unisce
Non ho più paura.
Non ho più rancore.
E tra le ciglia una lacrima mi disseta.
Rosanna Lemma.