Tante le iniziative previste su tutto il territorio nazionale
A sorpresa, tra gli approcci terapeutici più innovativi nella fibromialgia c’è l’uso della Cannabis terapeutica
Dopo aver percorso gli oltre 180 km del Cammino lungo la Magna Via Francigena AISF Onlus (Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica) scende nelle piazze italiane per festeggiare la Giornata Mondiale della Fibromialgia in programma domenica 12 maggio.
Volontari e pazienti delle sezioni locali animeranno i banchetti informativi nei quali sarà possibile acquistare a scopo benefico le campanule, il fiore simbolo dell’associazione. Spazio anche ad altre attività tra cui convegni medico-scientifici e incontri aperti al pubblico per sensibilizzare le persone su questa patologia che colpisce circa 2 milioni di italiani, la maggior parte donne.
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Da anni, AISF ONLUS, lotta per il riconoscimento della malattia, nella consapevolezza della diversa gravità e severità della stessa da malato a malato con l’obiettivo di proteggere soprattutto i pazienti per cui questa malattia determina invalidità e difficoltà significative a livello lavorativo e sociale ed educare tutti nella gestione della patologia.
E intanto il mondo scientifico si interroga sull’uso della Cannabis terapeutica nella fibromialgia.
“Uno degli approcci terapeutici più interessanti emersi in questi ultimi anni per quanto riguarda la cura della sindrome fibromialgica è l’utilizzo della cannabis terapeutica per due motivi – spiega il professor Piercarlo Sarzi Puttini, direttore Unità Operativa Complessa dell’Ospedale Sacco di Milano e presidente di AISF ONLUS -: in primo luogo perché le terapie farmacologiche che abbiamo finora avuto a disposizione non sono sufficienti per controllare il corteo dei sintomi presenti in questa sindrome; in secondo luogo perché è un fitofarmaco ben tollerato e che sta dando risultati significativi negli studi preliminari e non sembra avere gli stessi effetti di dipendenza osservabili con gli oppioidi. La Cannabis terapeutica è un farmaco interessante perché agisce su specifici recettori del nostro cervello agendo sia con un’azione analgesica e sia con un’azione antinfiammatoria; questi meccanismi possono essere usati a scopo farmacologico”.
Al momento mancano studi adeguati sull’efficacia clinica delle varie formulazioni di cannabis terapeutica anche se il giudizio dei pazienti che la utilizzano è abbastanza favorevole.
Quali sono le difficoltà? “La difficoltà – specifica Sarzi Puttini – è decidere la modalità di somministrazione, e anche quella di titolare la quantità di principi attivi all’interno di ciò che somministri, se decidiamo di estrarlo in olio d’oliva e darlo in gocce dovremmo aspettare che il farmacista lo titoli e sapere la concentrazione del principio attivo e da lì decidere il dosaggio. Ricordiamo inoltre l’importanza del fitness per questi pazienti, ossia un corretto apporto nutrizionale e un programma di esercizio fisico che migliori la forma fisica del paziente stesso. Spesso i pazienti decondizionati muscolarmente traggono grande beneficio dal recupero di una certa forma fisica. E non dimentichiamoci quanto sia rilevante contrastare le situazioni di stress cronico e i disturbi psico-affettivi che spesso sono parte rilevante di una sindrome in cui il dolore e la stanchezza la fanno da padrone”.
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