I testi sono tratti dal sito: www.magnaviafrancigena.it


PRIMA TAPPA: 27 aprile 2019, Palermo – S. Cristina Gela (km 23,800)

La prima tappa della Magna Via Francigena inizia dopo la visita della Cattedrale di Palermo, eretta dai Normanni si pensa su un preesistente luogo di culto musulmano.
La via si incammina oltrepassando Porta Nuova, lungo Corso Calatafimi e prosegue per diversi chilometri costeggiando la zona sud-ovest della città in leggera pendenza per raggiungere dopo circa 7 km le pendici di Monreale.
Da qui l’asfalto fa compagnia al camminatore per molti dei suoi passi. Una serie di tornanti attraverso una vecchia trazzera permette di scendere lungo la valle e di raggiungere il fondovalle per cominciare la risalita che conduce alle porte di Altofonte, il Parco di caccia dei sovrani normanni. Si attraversa quindi l’abitato di Altofonte, passando per la piazza principale ed uscendo per il percorso della via crucis, sbucando sulla SP5 e proseguendo per raggiungere Contrada Brigna costeggiando il bosco. Si supera quindi Cozzo Rebuttone, cortina montuosa che chiude la Conca d’Oro, e si segue la traccia verso la collina che protegge l’abitato di Santa Cristina Gela, scollinando dall’antica trazzera testimoniata ancora oggi dal toponimo della via Altofonte.

***


SECONDA TAPPA: 28 aprile 2019, S. Cristina Gela – Corleone (km 25,600)

La Magna Via esce dall’abitato di Santa Cristina Gela seguendo il percorso della Regia Trazzera 28, che corre lungo la valle per raggiungere il Monte Giuhai e attraverso la Portella Sant’Agata, scollinare. Il valico è da sempre un punto privilegiato di controllo della strada e la salita attraverso l’area bosco che si estende fino al lago, permette la vista di panorami speciali e inaspettati. La via prosegue diritta lungo la trazzera ancora oggi usata dai pastori per la transumanza. Si superano diverse masserie fino al bivio Catagnano da cui la via devia verso il Santuario di Maria S.S. del Rosario di Tagliavia, luogo di preghiera e romitaggio che nel corso dei secoli ha sempre ospitato pellegrini e viandanti di passaggio. Superato il santuario e la torre di avvistamento del Cozzo Saladino, la via intercetta la SS118 e il fiume Belice sinistro da dove continua girando a sinistra per intercettare la ciclabile del lato opposto della strada ed arrivare alle alture di Pizzo Nicolosi e di Rocca Argenteria, pianori ottimi per l’osservazione della natura e le analisi geologiche.
Lungo la ciclabile al km 17,5, si incontra la deviazione per il sistema naturalistico del Gorgo del Drago (una serie di laghetti e salti di roccia scavati dall’affluente del fiume Belìce Sinistro). Da qui la RT28 ci porta dritti verso Corleone tra campi infiniti, masserie che si perdono nel tempo, salite da affrontare tra le più impegnative di tutto il percorso e per le quali concentrazione e tecnica sono d’obbligo.

***


TERZA TAPPA: 29 aprile 2019, Corleone – Prizzi (km 19,300)

Per uscire da Corleone la via segue la regia trazzera (RT 80) lungo il piano della Scala fino ad incontrare i ruderi della chiesa di S. Maria della Scala che si trovano lungo la via: chiudendo gli occhi si possono ancora sentire i rumori dei carri e delle persone. Si supera un altro sito di controllo, C.zo Spolentino e la sua portella a 905 m e seguendo il viale delle Sorgenti, si percorre la trazzera che ci porta alla Masseria Imbriaca e alla sua portella e si scollina verso il lago artificiale di Prizzi, che si percorre dal lato nord. L’abitato di Prizzi appare nitido e la salita, tosta, ci porta a colmare i 400 m di dislivello che ci portano in paese.

***


QUARTA TAPPA: 30 aprile 2019, Prizzi – Castronovo di Sicilia (km 24,400)

La tappa inizia al centro storico del paese dei Sicani, in prossimità della chiesa madre e del Municipio. Si lascia il  paese seguendo la trazzera pubblica che si diparte dal fontanile posto all’entrata del borgo e ci si dirige verso sud est, costeggiando il plesso scolastico appena fuori paese. La trazzera prosegue fin quasi la frazione di Filaga, e prosegue verso est in direzione delle Riserve Naturali Monte Carcaci e dell’area attrezzata Santa Caterina, polmoni verdi del Parco dei Monti Sicani.
Si continua a camminare fino ad arrivare al Borgo Riena, villaggio di contadini abbandonato negli anni ’80 del secolo scorso. Gli ultimi chilometri permettono di giungere lungo il percorso che porta sull’altopiano del Kassar, zona archeologica di primaria importanza.
Il pianoro fortificato protegge dall’alto il borgo e la via, scendendo lungo un nuovo sentiero costruito dalla Forestale all’interno del Bosco Comuni, con i caratteristici pagliai contadini, finendo la sua corsa presso la piazza del Municipio sotto l’insegna della Magna Via Francigena.
Il cuore della Magna Via Francigena è proprio tra la Rocca di San Vitale con i suoi ruderi normanni e le sue chiese e il pianoro del Kassar sul monte da cui scende la via. Una visita a tutto il centro del paesino dei Sicani permette di capirne meglio la genuinità dell’accoglienza.

***


QUINTA TAPPA: 1 maggio 2019, Castronovo di Sicilia – Cammarata/San Giovanni Gemini (km 12,700)

La via prosegue lungo una trazzera ottocentesca che tagliando i moderni tornanti, supera il campo sportivo, la pista d’emergenza per l’elisoccorso e il cimitero e giunge all’incrocio delle provinciali che portano verso lo scorrimento veloce. Da qui, 400 m dopo l’incrocio si incontra la svolta per il sentiero che porta all’Azienda Colle San Vitale che custodisce all’interno dei suoi terreni le preziose testimonianze archeologiche della Necropoli di Capelvenere: una grande roccia scavata per la disposizione delle sepolture e riusata nel corso dei secoli anche a fini abitativi.
Superato il sito, si attraversa il Platani lungo un passaggio che d’inverno è sconsigliato per la portata delle acque ma che in primavera e in estate permette il piacere di un refrigerante bagno ai piedi. Superato il fiume si giunge al
sito di controllo più imponente della Magna Via, il Casale di San Pietro, che probabilmente conserva nel sottosuolo la memoria dell’insediamento islamico che sorgeva attorno al casale citato dai diplomi normanni. Lasciato il Casale alle spalle si raggiunge un fontanile e da qui si comincia a salire la trazzera che segue il corso dell’affluente del Platani, il torrente Saracena, fino ad arrivare in vista di Cammarata e del suo castello. L’ingresso in paese consente di rifornirsi di viveri e acqua e di continuare lungo la traccia verso il limitrofo comune di San Giovanni Gemini.

***


SESTA TAPPA: 2 maggio 2019, Cammarata/San Giovanni Gemini – Sutera (km 19,900)

Dal paese di San Giovanni Gemini, una strada interpoderale permette di uscire dal centro abitato e di imboccare la trazzera che scende giù verso il fiume. La tappa verso Sutera può facilmente trovare una sosta nelle strutture ricettive del territorio che forniscono accoglienza e ristoro al viandante e da qui proseguire lungo la vecchia Nazionale per circa 2 km e poi superare la ferrovia e la SS 189, in un tratto di rettilineo in cui è più semplice attraversare mantenendo alta l’attenzione. Ha inizio una trazzera che si inerpica per circa 1,5 km e giunge al cimitero e all’abitato di Acquaviva Platani, dove è possibile riposare e ricaricare l’acqua. Da qui una ex provinciale in disuso ci porta lungo le trazzere che camminano in cresta alle colline che avvolgono Sutera e la Rocca di San Paolino. Paesaggi incantevoli in ogni stagione dell’anno che fanno da quinta scenica alle masserie lungo il percorso, come l’ultima prima di Sutera che conserva al suo interno le origini medievali dell’abitato. Gli ultimi chilometri portano all’abitato ed alla sua imponente rocca, sito sacro visitabile e forse fortificato nel periodo medievale.
Immancabile una visita al paese e alle sue piccole perle preziose: il ràbato che conserva ancora l’impianto urbano di tipo arabo, fatto di piccole vie e di case costruite una a ridosso dell’altra, l’antico spitale di San Simone, la chiesa madre dedicata all’Assunta e il museo etnoantropologico comunale che si trova nell’ex convento dei Carmelitani, la collina di Santa Croce e il palazzo di Francesco Salamone, uno dei 13 condottieri italiani che disputò la famosa Disfida di Barletta.

***


SETTIMA TAPPA: 3 maggio 2019, Sutera – Racalmuto/Grotte (km 26,000)

La tappa è l’unica che attraversa molti centri urbani che fanno parte del progetto Magna Via Francigena. Lasciata Sutera, i suoi monumenti e la sua rocca maestosa che controlla la Valle del Platani e guarda verso Aragona, la via prende una direzione particolare. Scavi recenti hanno messo in luce l’assetto della trazzera che conduceva al fiume Gallo d’Oro che lambisce il territorio comunale e segna il confine con l’abitato di Milena. L’antica strada è percorribile ed agibile nei mesi estivi, in direzione del fiume e della Riserva di Monte Conca. Durante i mesi invernali si risolve il problema percorrendo la strada provinciale che, lasciato il centro di Campofranco, prosegue verso il ponte moderno sul Gallo d’Oro. Attraversatolo, si segue obbligatoriamente la SP24 fino ad una fonte che segna il punto di ricongiunzione delle varianti che permette di ricaricare l’acqua e in breve tempo si entra a Milena, secondo centro della tappa.
L’antica Milocca e i suoi casali oggi sono un accogliente centro agricolo adagiato sulle sue colline floride e la via in
breve tempo raggiunge l’insediamento di Serra del Palco con le aree archeologiche dell’età del Bronzo e di periodo bizantino e altomedievale.
Superatele si fa ingresso nell’area demaniale boschiva di “Bosco Zellante” dalla quale si imbocca il sentiero che conduce a Racalmuto, luogo di nascita di Leonardo Sciascia e per questo inserita lungo la Via degli Scrittori.

***


OTTAVA TAPPA: 4 maggio 2019, Racalmuto/Grotte – Joppolo Giancaxio (km 18,600)

Pochi chilometri separano Racalmuto dal centro di Grotte, abitato agricolo carico di storie che dal 1500 vengono scritte nei manuali di storia siciliana, dalla “Baronessa di Carini” alla Petra usata come necropoli e luogo di culto. Dalla cittadina dell’agrigentino dove la sosta è gradita e l’accoglienza è viva e genuina, la via prosegue lungo una Provinciale fino al sito della Petra di Calathansuderj, un sito archeologico che conserva il toponimo arabo. Superato il sito, si inizia una salita che raggiunge quota 570 m e che porta sulla cima del colle che sovrasta il paese di Comitini. Ci accoglie l’osservatorio astronomico e il distretto minerario con le sue miniere a vista, cariche di storia, di gioie e sofferenze per le centinaia di zolfatari che qui hanno scritto pagine importanti del lavoro italiano. Si raggiunge il centro dove è possibile visitare le chiese e ricaricare acqua o decidere la sosta. Da qui, la via prosegue fino alla SS 189, che si attraversa superandola con attenzione e superando anche la ferrovia grazie ad un sottopasso, si inizia la salita verso Aragona, centro dov’è possibile ricaricare acqua e cibo o interrompere la marcia e visitare le chiese barocche. Pregevoli infatti i monumenti sacri e civili, da osservare mentre ci si avvia verso la Provinciale che ci porta, attraverso i campi a perdita d’occhio, alla trazzera che arriva a Joppolo Giancaxio, ultimo centro del cammino prima della meta finale.

***


NONA TAPPA: 5 maggio 2019, Joppolo Giancaxio – Agrigento (km 13,200)

Tappa finale che si diparte dal piccolo centro agricolo di Joppolo Giancaxio, 1230 abitanti, fondato sul finire del XVII sec., con licenza populandi.
Dal paese dell’agrigentino la via procede in direzione sud/sud-est in modo abbastanza lineare, tra campi coltivati e terreni agricoli d’altura, fino all’incrocio tra la SS118 e la SP1. Qui la via imbocca la Provinciale fino a trovare il sentiero che, tagliando sulla sinistra verso il torrente Akragas, ci porta all’ingresso di Agrigento, fin sotto la Rocca della Cattedrale. Il profumo del mare comincia a riempire l’aria e l’ultima salita, nel parco suburbano della Cattedrale, porta in via Duomo, dove la Cattedra di San Gerlando e San Giacomo protegge e sorveglia la città sin dall’arrivo dei Conti Normanni. Con la vista del mar Mediterraneo e delle lunghe spiagge pirandelliane ed un imprescindibile visita della Cattedrale e del suo torrione, come alla Valle dei Templi (patrimonio UNESCO) si conclude il percorso della Magna Via Francigena, 180 km tra storia e natura in compagnia dei propri passi.

***