Biofeedback, Regolazione delle Emozioni e Training Cognitivo
Ritornare a sentirsi Comunità per migliorare la Consapevolezza e il senso di Autoefficacia nella gestione della sindrome.
Questo è l’imperativo che ci siamo posti per risanare il distacco che le restrizioni – giustamente imposte dalle istituzioni per il fronteggiamento della pandemia – avevano creato, lasciando gli utenti in un clima di discioglimento, che dava spazio a sentimenti di solitudine e inefficacia.
Nasce così presso la Sezione AISF di San Cataldo (CL) l’idea di “Equilibrium: mente e corpo in equilibrio”, un programma formativo-esperienziale che pone l’accento sul ruolo del gruppo e del senso di comunità e mette i singoli partecipanti nelle condizioni di sperimentare e sperimentarSi rispetto ai processi di autoregolazione psico-fisiologica, attraverso la tecnica del Biofeedback, Regolazione delle emozioni e gestione degli aspetti neuropsicologici riguardanti la “Fibrofog”, attraverso l’acquisizione di strumenti che pongono ogni individuo nella condizione di padroneggiare meglio le proprie competenze e abilità acquisite, fronteggiando con consapevolezza e autoefficacia la sintomatologia psicofisiologica, emotiva e cognitiva tipica della Sindrome Fibromialgica.
Per farlo abbiamo proposto un programma che si compone di due moduli:
– Emo-Azioni: integra insieme le competenze legate alla regolazione emotiva e Biofeedback.
– COGNI–FIT: modulo pensato per introdurre gli elementi legati alla fibrofog e all’allenamento cognitivo.
Prima di iniziare è stato proposto un brevissimo test self-report, anonimo, per misurare i livelli di autoefficacia; lo stesso verrà fatto al termine e in follow-up.
Il primo incontro è stato di natura conoscitiva e psicoeducativa. Attraverso il setting gruppale si è dato spazio alle emozioni, alla narrazione, all’identificazione e conoscenza delle stesse, interpretando la dimensione sociale e quella individuale come due facce della stessa medaglia, fino ad approdare nel concetto di Equilibrium tra corpo e mente. A quel punto i partecipanti hanno potuto conoscere e sperimentare il mondo della Psicofisiologia delle Emozioni per comprendere che ruolo hanno tali aspetti nella Sindrome Fibromialgica, sperimentandolo attraverso il Biofeedback.
Cos’è il Biofeedback?
È una procedura di autoregolazione attraverso la quale l’individuo impara a controllare le proprie risposte fisiologiche, mediante un sistema di registrazione e retroazione delle stesse. (Schwartze Andrasik, 2003). È una tecnica tipica dello Psicologo che si serve di una strumentazione elettrofisiologica composta di piccoli sensori e una centralina per rilevare e modulare l’attività psicofisiologica del Sistema Nervoso Autonomo e Centrale (quali la Conduttanza Cutanea, la
Tensione Muscolare, la Frequenza Cardiaca, la Respirazione, la Temperatura ecc…). Il BF è, dunque, un processo di apprendimento che permette all’individuo di esercitare un certo grado di controllo sulla propria attività fisiologica, dapprima attraverso l’utilizzo di tale strumentazione e poi anche autonomamente, ripristinando, di fatto, l’equilibrio psicofisiologico che era saltato.
Durante il programma proposto i partecipanti hanno potuto sperimentare e vedere i propri indici psicofisiologici testandosi in semplici Task Biofeedback.
Particolare attenzione è stata rivolta agli aspetti psicofisiologici legati al funzionamento del Nervo Vago. Coerentemente con quanto proposto dalla letteratura scientifica odierna, esso pare infatti avere un ruolo importante nella compensazione della omeostasi, anche nella Sindrome Fibromialgica. (Palomba, Daniela, and Giorgio Bertolotti. “La variabilità della frequenza cardiaca e il biofeedback del tono vagale.”Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale 22.3, 2016).
In tal senso la seconda parte del programma è stato orientato all’acquisizione di una buona tecnica della stimolazione vagale, capace di aiutare l’individuo nella regolazione della propria omeostasi. Il Nervo Vago è infatti da intendersi come il principale protagonista nella dinamica ricerca di un equilibrio psico-fisiologico. Infatti, secondo la Teoria Polivagale di Stephen Porges (Porges, S. W., Doussard‐Roosevelt, J. A., & Maiti, A. K. ,1994), l’attività vagale svolge un ruolo centrale, non solo nel mantenimento della omeostasi meramente fisiologica. Il vago, nervo che origina nella genesi del tronco encefalico, travalica tali confini e determina il grado di flessibilità nella gestione e regolazione degli stati emotivi, di relazione con l’altro e con il Sé. Per queste ragioni il vago può rappresentare l’anello di congiunzione tra gli aspetti fisiologici e psicologici. La stimolazione dello stesso può essere intesa come una Best Practice nel ripristino e mantenimento dell’“Equilibrium: mente e corpo in equilibrio”, da qui il titolo del programma.
I partecipanti si sono mostrati fin da subito motivati e interessati sia alla conoscenza di questi nuovi aspetti e punti di vista, sia all’acquisizione e all’apprendimento della tecnica di stimolazione vagale attraverso la respirazione. Per fare ciò oltre alla strumentazione Biofeedback, è stata data la possibilità di scaricare gratuitamente un’App per il training giornaliero.
Importante è stato l’atteggiamento dei partecipanti che si può riassumere nella parola Accoglienza: Accogliere le novità, Accogliere le sensazioni, Accogliere le emozioni (tutte), Accogliere gli sguardi, Accogliere il dolore e dialogare con esso, Accogliere ciò che il nostro corpo ci comunica, Accogliere noi stessi.
COGNI-FIT!
L’ultima parte del programma, ma non per questo meno importante, è stata dedica al Cognitive-Fit, all’allenamento cognitivo, per rispondere ad un altro bisogno che mina la sensazione di Efficacia personale nella quotidianità della persona fibromialgica, ossia la FibroFog.
Durante questo modulo è stato possibile rispondere alle domande sulla Nube Cognitiva, per comprendere i meccanismi alla luce di quanto riportato dalla letteratura scientifica e sperimentarsi nell’allenamento cognitivo.
La Nebbia Cognitiva della fibromialgia, che interferisce con le abilità funzionali della quotidianità, provoca difficoltà in diverse aree di funzionamento cerebrale e neurocognitivo per effetto delle citochine. I partecipanti hanno manifestato maggiori difficoltà nelle abilità di Working memory, Attenzione, Fluenza verbale e Accesso lessicale. Sono stati proposti diversi training riguardanti la stimolazione delle suddette abilità. I partecipanti hanno potuto sperimentarsi e allenarsi attraverso il materiale proposto, sia cartaceo che digitale, percependo che è possibile affrontare la FibroFog restando allenati attraverso lo stretching cognitivo, gli stimoli, la motivazione e gli obiettivi, per affrontare la nebbia e viaggiare a fari accesi.
Nel complesso i partecipanti si sono mostrati attenti e interessati. Al termine hanno manifestato un maggiore senso di efficacia, specie in chi è riuscito ad acquisire autonomia nell’utilizzo della tecnica di stimolazione vagale, beneficiandone nella gestione del dolore.
Nel complesso traspare l’importanza di progetti di questo tipo, per comprendere e comprenderSi, accogliere e accoglierSi, per accettare e accettarsi, per sentirsi compresi, meno soli e più efficaci.
Dott.ssa Lucrezia Saporito
Psicologa, esperta in Biofeedback e Neuropsicologia.