Per la rubrica angolo della poesia, oggi vi presentiamo ” Nascere Ancora” di Alice Gobbi

 

Mi sento già vecchia, ma lo devo tacere,
perché cresce la rabbia agli sguardi interdetti.
Vorrei dai miei cari maggior comprensione
prese potenti per mani sfibrate e sottili
per gesti impeccabili in esattezza e minuzia.
Vorrei un panno fitto per i miei nervi scoperti,
ricordar, senza l’ansia di aver perso ogni cosa,
la chiarezza sicura di un cielo sereno,
non rincorrere il tempo col fiato sul collo.
Vorrei che il freddo non crinasse le ossa
per meno peso da mettermi addosso.
Vorrei non sudare a ogni passo che faccio
Vorrei di dolori soffrire di meno
e carezze dosate sui miei arti dolenti.

Ma potrei rinunciare al sentire sottile,
all’urlo di un corpo che riorganizza la rotta?
La saggia carne mi guida alla resa
e si accuccia cedevole a un ascolto ignorato.
Si dispiega ai miei occhi un sentiero nascosto
dal caparbio bisogno di cadenze sfondate.
Ci vuole coraggio per fiondarsi di meno
perché se sei sano ti danno del pazzo
risulti indolente all’occhio sfrenato.
È malato il mondo che precipita e corre
o un corpo sfiancato che riaccorda il suo viaggio?
Se rallento e accolgo il mio ritmo mutato
posso arrendermi ora alla via sconosciuta
con curiosa apertura e lasciarmi guidare.

(Alice Gobbi)