Per la rubrica Fibrini si raccontano, vi presentiamo il racconto di Tumino Elisa


Sono Elisa, ho 27 anni anni e ho la fibromialgia.

Fino a due anni fa facevo la vita di una ” ragazza normale” tra lavoro, palestra e uscite. Facevo un lavoro che amo e che amo tutt’ora anche se non riesco più a farlo per il momento: l’estetista e la parrucchiera.

Nell’aprile 2019, in una Domenica di shopping mentre provavo una maglia, all’improvviso mi si sono bloccate la spalla sinistra e il collo. Non riuscivo più a muoverli e sentivo un dolore lancinante, anche se pensavo si trattasse di uno strappo muscolare.

Cominciai a fare risonanze e lastre ma erano negative e anche i trattamenti che facevo come massaggi, tens e  tecar risultavano inutili.

Dopo un mese, il dolore si è esteso alla spalla destra, non riuscivo più muovermi, a lavarmi da sola, a vestirmi o ad alzarmi dal letto.

Con i mesi successi il dolore è passato alle mani, alle braccia, ai piedi con formicolii e lo scorso febbraio per tre mesi non sono riuscita più a camminare, le gambe non riuscivano a sostenere il mio corpo. In tutto questo dolore c’era il fatto di non trovare una cura. 

Esami su esami, visite su visite tutte a pagamento, niente mi dava sollievo, e i medici continuavano a dirmi che era solo un problema posturale dovuto al lavoro.

Dopo aver girato 16 medici dopo un anno e mezzo arriva la diagnosi di Fibromialgia.

 All’inizio sono andata in panico per paura del futuro, ma da una parte ero sollevata di aver trovato finalmente un nome a quella malattia che mi stava distruggendo poco a poco e che aveva cambiato la mia vita.

Ora che sono passati 10 mesi dalla diagnosi ho metabolizzato la notizia , e anche se non sono ancora in grado di lavorare, ringrazio di avere dei genitori che mi aiutano e sostengono in ogni cosa.

La mia vita non penso potrà più essere quella di prima perchè non riesco a fare le stesse cose, ma posso anche se in maniera diversa, vivere comunque una vita soddisfacente.

In questi mesi dalla diagnosi ho già cambiato diverse cure farmacologiche per scarsi risultati, ma purtroppo i sintomi sono talmente soggettivi che bisogna continuare a cercare e non arrendersi per trovare quella giusta per noi.

Ho diminuito l’uso di alcuni cibi infiammatori come il glutine e i zuccheri dietro indicazione medica, pratico yoga ( mi aiuta molto) e ho intrapreso un percorso psicologico.

Sto cercando di fare un grande lavoro su me stessa, è una strada lunga e tortuosa ma sento che ne vale la pena.

Ho preso talmente a cuore “la mia causa” che sento il dovere di fare sensibilizzazione tramite riviste, radio, social media  cercando di reinventarmi anche per quanto riguarda il lavoro.

Cerco di non scoraggiarmi e anche se i momenti NO ci sono, li ascolto e li accolgo.

 

Alle persone che come me soffrono di questa sindrome sento di dire che dobbiamo seguire il ritmo del nostro corpo, dobbiamo imparare ad ascoltarlo, assecondarlo nei suoi bisogni.

Lo so, non è semplice ma possiamo farcela e non dobbiamo arrenderci.

(Tumino Elisa)