La fibromialgia (FM) è il classico esempio di sindrome ad approccio terapeutico inter-multidisciplinare, che può essere gestita con terapie farmacologiche per controllare i sintomi. Tuttavia, la FM spesso richiede interventi non farmacologici mirati al ripristino della forma fisica e al controllo dell’assetto posturale, neuroendocrino e psico-affettivo. In tal senso, le cure termali soddisfano molte necessità terapeutiche nei pazienti fibromialgici. L’efficacia curativa delle terme e delle acque sulfuree risale al V secolo a.C., come documentato nel “Corpus Hippocraticum” di Ippocrate, il quale dedica ampio spazio agli effetti igienici e curativi delle acque termali sull’organismo umano.

Oggi le terme e i centri benessere – efficaci presidi medici – sorgono presso le sorgenti termali e offrono idroterapie. Nonostante la geologia variabile dell’Italia e le diverse caratteristiche delle acque termali, le tipologie di trattamenti medici sono raggruppate in base alle specificità delle acque. Ogni centro termale possiede una propria peculiarità legata a ubicazione geografica, caratteristiche chimico-fisiche delle acque e storia del territorio.

Le cure termali rappresentano un affidabile supporto nel trattamento della sindrome fibromialgica. Le terme si arricchiscono costantemente di nuove strategie terapeutiche, integrando trattamenti di riabilitazione, benessere e informazione/formazione alle classiche terapie termali. È possibile costruire percorsi di recupero psico-fisico grazie alla contemporanea presenza in loco di personale medico, operatori sanitari ed olistici qualificati, strutture moderne e funzionali, acque minerali termali con proprietà analgesiche, miorilassanti, antiossidanti e antiinfiammatorie.

Presso le terme si eseguono fanghi, bagni in vasca o in piscina, riabilitazione fisica in acqua o “a secco”, molteplici trattamenti volti a ridurre il dolore e le contratture muscolari, migliorare le capacità funzionali e la qualità di vita. Le stazioni termali, spesso ubicate in aree con condizioni climatiche ottimali, contribuiscono al mantenimento di un buono stato globale di salute e benessere, grazie al legame tra qualità dell’ambiente e salute umana. Nei meccanismi d’azione delle cure termali sono cruciali elementi come il maggiore tempo dedicato al riposo e l’allontanamento dagli stress quotidiani. Quasi tutti gli stabilimenti eseguono i trattamenti sopra descritti; alcuni di essi, più incentrati sulle cure mediche, sono convenzionati col Sistema Sanitario Nazionale.

È importante sottolineare una generale buona/ottima tollerabilità delle cure termali, con effetti collaterali lievi e di breve durata (cefalea, ipotensione, disturbi dell’alvo o febbricola), i quali nella maggioranza dei casi non richiedono l’interruzione del trattamento, ma solo una pausa temporale che permetta al paziente di riposare e riprendersi. È bene sottolineare tuttavia che le terapie termali sono un supporto utile nel trattamento della sindrome fibromialgica solo se inserite in un razionale programma terapeutico, e non considerate alternative a interventi falliti. Le terapie termali richiedono precisione nella diagnosi e nella valutazione dello stato del paziente, per evitare possibili effetti collaterali legati alla storia clinica del soggetto.

L’ambiente termale, unendo natura e benessere, può influenzare positivamente lo stile di vita e la risposta ai condizionamenti ambientali, contribuendo al mantenimento del benessere del paziente affetto da fibromialgia. La persona con FM, infatti, trae vantaggio dalle cure termali per diverse ragioni: la possibilità di eseguire trattamenti fango-balneoterapeutici riduce l’intensità e la severità della sintomatologia; i programmi di esercizio fisico durante il percorso balneoterapeutico favoriscono il benessere muscolare; l’approccio nutrizionale può efficacemente completare il percorso terapeutico; tecniche come la massoterapia o le tecniche mente-corpo si adattano alle esigenze del paziente.

In questa sede è di cruciale importanza educare i pazienti ai principi di self-management e self-efficacy, favorendo la consapevolezza e la partecipazione attiva nel percorso di cura. La sinergia tra personale medico e associazioni di pazienti contribuisce a creare un ambiente di apprendimento continuo, fornendo risorse, supporto emotivo e informazioni dettagliate sulle opzioni di trattamento non farmacologiche. L’approccio olistico migliora la qualità dell’assistenza e promuove una maggiore responsabilità individuale nel mantenimento del benessere.

Nel contesto di self-management, l’educazione del paziente può abbracciare diverse dimensioni, tra cui la promozione di stili di vita salutari, la gestione dello stress e l’ottimizzazione delle abilità di coping (ossia tenere sotto controllo, affrontare e/o minimizzare conflitti e situazioni o eventi stressanti, NdR). Le associazioni di pazienti fungono da ponte tra il corpo medico e i pazienti, facilitando la nascita di seminari informativi, incontri periodici e scambi di esperienze che arricchiscono la comprensione collettiva delle terapie non farmacologiche.

In conclusione, la collaborazione tra i centri di cura e le associazioni di pazienti non solo rafforza l’empowerment individuale (ossia la conquista della consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte, NdR), ma contribuisce anche a plasmare una comunità più informata e coinvolta nella gestione della propria salute. L’educazione continua e la consapevolezza delle risorse disponibili sono elementi chiave per promuovere un approccio integrato che valorizzi sia le terapie convenzionali sia quelle non farmacologiche nel percorso di cura del paziente.

Piercarlo Sarzi Puttini
Presidente AISF ODV
Antonella Fioravanti
Reumatologa, Presidente OMTh