Cari amici,
in questi giorni difficili per tutto il paese le attività dell’associazione si sono forzatamente e doverosamente fermate, ma sappiate che vi siamo vicini “a distanza” e vi esortiamo a tenere duro.
Vi lasciamo un messaggio contenente consigli qualificati per i pazienti fibromialgici su come affrontare l’emergenza.
Sperando di rivederci presto, un abbraccio

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Molti associati affetti da fibromialgia ci stanno presentando i loro timori a fronte dell’epidemia di COVID-2 in atto.
La fibromialgia non è una malattia che compromette il sistema immunitario e non dà depressione immunitaria. Non c’è nessun documento scientifico che avvalori questa ipotesi. Quindi i malati di fibromialgia non sono più a rischio della media della popolazione.
I farmaci eventualmente utilizzati per la cura del dolore nella fibromialgia non hanno nessuna attività deprimente le difese immunitarie (solo in rarissimi casi può essere presente una riduzione dei globuli bianchi, come per altro con molti altri farmaci). Quindi non serve sospendere la terapia.
Una considerazione differente è rivolta a coloro che sono affetti da altre patologie reumatiche associate alla fibromialgia, quali ad esempio connettiviti o artriti e che, soprattutto, usano farmaci che possono avere un’azione di riduzione delle difese immunitarie (immunomodulatori, immunosoppressori, farmaci biologici). In questo caso il comportamento più corretto va concordato col reumatologo di riferimento, che, in alcuni casi, potrebbe raccomandare la sospensione temporanea del farmaco.
Resta ovviamente il consiglio di “buon senso” che nelle forme di fibromialgia più severe si raccomanda la massima riduzione del rischio di esposizione all’infezione, come già dai decreti vigenti per tutti i soggetto sopra i 65 anni. Ricordiamo che in ogni caso anche i soggetti immunodepressi per patologia e per uso di farmaci, a norma di legge, devono ridurre al minimo l’esposizione al rischio di infezione da SARS-COV-2.
In caso di fibromialgia associata ad altre malattie non reumatiche, la valutazione va fatta tenendo conto della patologia concomitante e dei farmaci in atto, in accordo col medico di famiglia ed eventualmente con lo specialista di riferimento.

Gianniantonio Cassisi, Reumatologo e Consigliere AISF
Piercarlo Sarzi-Puttini, Reumatologo e Presidente AISF
Egidio Riva, Vicepresidente AISF Area Centro-Nord
Giusy Fabio, Vicepresidente AISF Area Centro-Sud