equipe-LACRIME-DI-DOLORE_2-09 J.M.GRAU. Una équipe dell’Istituto di Neuroscienze è stata la prima a mettere in relazione la fibromialgia con quello che è comunemente conosciuto come occhio secco.

Secondo questo studio, che si conclude nella pubblicazione in una prestigiosa rivista scientifica, l’80 % delle persone che soffrono di fibromialgia, soffrono anche di secchezza dell’occhio ed hanno impedita in larga misura la capacità di produrre lacrime in quantità normale.

La ricercatrice principale Juana Gallar, che lavora all’Istituto di Neuroscienze, centro situato nel campus di Sant Joan e appartenente all’Università Miguel Hernàndez e al Consiglio Superiore di ricerca Scientifica, segnala che hanno potuto descrivere come esista una chiara interrelazione tra la fibromialgia, che tuttavia non è catalogata come malattia, e questa affezione oculare.

“Le persone che soffrono di fibromialgia hanno ragione a lamentarsi di disturbi agli occhi e, probabilmente, si lamentano meno di quanto dovrebbero. Abbiamo visto che la maggioranza ha alterata la sensibilità dell’ occhio e produce poche lacrime. In questi casi, quando si ha la sindrome dell’ occhio secco, la sensazione di disagio è tanto grande quanto fastidiosa, compreso lo sbattere delle palpebre. Ciò riduce molto la qualità della vita”, spiega la principale ricercatrice.

Il lavoro scientifico, che si è fatto congiuntamente con l’Istituto Clinico Chirurgico di Oftalmologia di Bilbao, è stato possibile grazie anche alla collaborazione dell’ Associazione di Fibromialgia dei Paesi Baschi. Complessivamente si è lavorato con una popolazione di 38 pazienti che soffriva di fibromialgia e con un altro gruppo di persone esenti da tale patologia.

I ricercatori hanno constatato attraverso questo studio che mentre una persona sana produce tra i 20 e i 40 millimetri di lacrime, con una media di 30, gli affetti da fibromialgia producono tra 1 e 27 millimetri, con una media di 10, il che presume una diminuzione considerevole del liquido lacrimale.

Juana Gallar, che divide questa ricerca con altri scienziati come Marìa del Carmen Acosta e Carlos Belmonte ed inoltre col gruppo di specialisti di Bilbao, ricorda che la cornea è la parte del corpo umano con il maggior numero di ricettori sensoriali e, pertanto, è la più sensibile in generale, soprattutto al dolore, compreso anche quello ai denti.

Nella letteratura scientifica questo è il primo studio che relaziona l’alterazione della sensibilità oculare con una diminuzione della produzione di lacrime in questi malati.

“Finora non si era studiata l’associazione tra la fibromialgia, la sensibilità oculare e l’occhio secco”, segnala la principale ricercatrice, la cui équipe, quella di Neurobiologia Oculare, si dedica allo studio dei meccanismi attraverso i quali si produce il dolore, usando come modello la cornea dell’ occhio.

Questa équipe studia, mediante tecniche elettrofisiologiche e studi psicosomatici, le caratteristiche dei neuroni sensoriali che forniscono di sensibilità la superficie anteriore del globo oculare.