Sommario

  • Contrastare il malessere generale dell’organismo con la corretta alimentazione
  • Fibromialgia in Parlamento: la senatrice Paola Boldrini fa il punto
  • Quell'”inatteso” che accade quando il dolore cronico diventa la “normalità”
  • 19 cose da fare per migliorare l’umore
  • Neuroplasticità del cervello
  • Arte terapia
  • Il dolore prende corpo: l’esperienza dolorosa

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Editoriale

Due articoli e un paginone di grafica per riprendere il tema della plasticità del cervello e cercare di spiegare che quelle 19 cose da fare per migliorare l’umore non sono un’ “americanata”, come diciamo quando vediamo un film che tratta un tema delicato e complesso rimanendo però in superficie. E’ un modo di esprimersi che nasce dalla capacità degli anglosassoni di semplificare, elencare, chiarire ma che, in casi come questo, è benefico ed efficace. Il nostro cervello cambia, è un fatto. Non potremmo nemmeno spiegare l’apprendimento se non lo ammettessimo. Da qualche anno la neuroscienza ha chiarito anche che corpo e mente si plasmano vicendevolmente e noi, su questa rivista, non ci stancheremo di ripeterlo, sebbene sforzarsi di sorridere senza ridere dentro sembri un po’ da matti. Allora vi invito anche da qui, da questo editoriale, a guardarvi allo specchio, così, con la faccia che avete; poi chiudete gli occhi immaginando il vostro viso che sorride, guardatevi (sempre con l’immaginazione) e restate per qualche minuto davanti a questa immagine mentale di voi sorridenti. Passato qualche minuto, riguardatevi allo specchio: sono pronta a scommettere che la bocca avrà preso quella leggera piega all’insù, come è scritto in una delle 19 cose da fare. Di sorriso in sorriso, il nostro cervello si allenerà a sorridere di più.
Da questo numero comincia la regolare presenza di due professionisti che ci regalano la loro competenza in due campi speciali per noi: il dottor Garritano, che ci condurrà nella scienza dell’alimentazione applicata alle persone fibromialgiche, e la dottoressa Di Tillo che approfondirà il “senso” del dolore.
Infine, e finalmente, ecco apparire le prime voci del DIZIONARIO scritto da noi, noi tutte e tutti malati e iscritti nel gruppo chiuso facebook. E’ una mia vecchia idea che si concretizza solo ora, grazie alla collaborazione con Annaflora. Alla fine, diventerà un volumetto a se stante che vogliamo regalare ai medici e agli specialisti perché capiscano che non hanno davanti a sé una “povera matta” ma 2 milioni di malate e malati che sanno bene di cosa parlano.